Totano, seppia e calamaro sono molluschi cefalopodi che molto spesso vengono confusi tra di loro.
Tutti e tre presentano 10 tentacoli dotati di ventose, 8 più corti e 2 più lunghi (le clave) che vengono estroflessi all’occorrenza per catturare le prede. Inoltre tutti e tre presentano la sacca di inchiostro, cioè un liquido nero commestibile che utilizzano quando vengono attaccati dai predatori per offuscare la loro vista.
Mentre le seppie sono piuttosto semplici da riconoscere, totani e calamari sono pressoché quasi identici.
In foto: esemplari di seppia (sepia officinalis) appartenenti alla famiglia dei Sepiidi.
La seppia ha il sacco viscerale ovale, quindi molto più largo e tozzo rispetto a calamari e totani, inoltre al suo interno presenta una conchiglia gessosa nota come “osso di seppia” che serve per sostenerla ma anche per galleggiare grazie alla presenza di camere d’aria. Può arrivare a una lunghezza di 25 cm circa, fino ai 3-4 cm si parla di “seppioline“.
In foto: esemplare di calamaro (loligo vulgaris) appartenente alla famiglia dei Loliginidi.
Il calamaro ha il sacco viscerale lungo e affusolato e al suo interno presenta una conchiglia cartilaginea molto lunga e trasparente a forma di “penna“, detta gladio. Può raggiungere i 40 cm di lunghezza, gli esemplari più piccoli sotto i 5 cm vengono detti “calamaretti spillo“.
Anche il totano ha il sacco viscerale lungo e affusolato e anch’esso presenta la “penna” seppur leggermente più stretta e sottile. Possono raggiungere i 50 cm di lunghezza e gli esemplari più piccoli vengono chiamati “totanetti“.
Ma allora come facciamo a distinguerli?
Bisogna guardare contemporaneamente entrambe le “pinne” o “ali“. Nel calamaro delineano una forma più simile a un rombo e sono più estese partendo dalla punta e arrivando fino a circa metà o anche a 3/4 del sacco viscerale. Nel totano, invece, disegnano più una forma triangolare e sono anche più corte rimanendo ancorate più verso l’estremità appuntita del sacco.
In foto: esemplare di totano (todarodes sagittatus) appartenente alla famiglia degli Ommastrefidi.
E i moscardini invece?
Non c’entrano nulla perché come forma assomigliano molto di più a dei polpi. Per imparare a distinguerli ti rimando a quest’altro articolo.