Il topinambur, di aspetto molto simile allo zenzero e di sapore simile al carciofo, è un tubero originario del New England appartenente alla famiglia delle Composite.
Il nome, introdotto dai francesi, deriva da topinambus ovvero una tribù brasiliana che durante una visita fece scoprire tale alimento alla Francia.
E’ ricoperto da una sottile buccia commestibile di colore beige con sfumature rosse o violette ed ha una polpa color avorio molto delicata, croccante, succosa e zuccherina. Dopo essere stata tagliata deve essere conservata in acqua acidulata (acqua con aggiunta di aceto bianco o limone) per evitare che ossidi e annerisca.
Si può mangiare sia crudo (a differenza delle patate che contengono solanina) che cotto e può sostituire nelle ricette le castagne d’acqua o le patate. La buccia è difficile da eliminare pertanto spesso viene spazzolato, cotto e mangiato senza essere pelato.
E’ ricco di minerali quali Potassio, Fosforo, Ferro e Magnesio e ha la capacità di ridurre il colesterolo cattivo, inoltre ha proprietà disinfettanti ed energetiche.
Tuttavia contiene inulina, un polimero glucidico che si trasforma in fruttosio e può provocare gonfiore di stomaco e mal di pancia, soprattutto a coloro che lo consumano per la prima volta. Il consiglio è quello inizialmente di consumarne in piccole quantità per evitare poi spiacevoli sorprese.
Il topinambur è composto per il 78% da acqua e apporta 76 Kcal ogni 100 g di prodotto così ripartite: 82% Carboidrati (zuccheri), 9% Proteine, 9% Lipidi (grassi).
Il mese migliore per consumarlo è Dicembre.