Le noci hanno origine in India e sulle sponde del Mar Caspio, furono introdotte in Europa dai Romani che le ritenevano sacre, divennero così il simbolo di lunga vita e fortuna proprio per la longevità della pianta, un noce può vivere infatti anche 400 anni.
Esistono numerose specie appartenenti alla famiglia delle Juglandacee ma la più conosciuta è la Noce Reale (juglans regia), chiamata così perché in passato gli inglesi furono uno dei più importanti produttori, oggi invece sono gli Stati Uniti, la Cina, la Turchia, la Romania, la Jugoslavia e l’Iran. Tra le varietà spicca senza dubbio l’italianissima noce di Sorrento di dimensioni medio-piccole e caratterizzata da un caratteristico profumo molto delicato e un sapore gradevole.
In foto: noci di Sorrento.
La noce è avvolta esternamente dal mallo, una polpa verde carnosa che racchiude la noce vera e propria formata da due gusci lignificati a protezione del seme commestibile, il gheriglio. Dal mallo si possono ricavare liquori (nocino e ratafià) e vini aromatici, dai gusci si ottiene una particolare tintura utilizzata industrialmente mentre dai gherigli si può ottenere l’olio di noce che, oltre ad essere molto apprezzato come alimento dai Greci, in passato veniva utilizzato anche come fonte per l’illuminazione. Infine vi sono le foglie della pianta che sotto forma di infusi hanno grandi proprietà officinali tra cui quelle battericide. Le noci sono sempre stati considerati frutti preziosi soprattutto come scorte durante i gelidi mesi invernali.
Al momento dell’acquisto bisogna scegliere sempre esemplari con gusci intatti e non troppo leggeri. I gusci prima di essere commercializzati vengono lavati e sbiancati con cloro e anidride solforosa. E’ sempre meglio acquistare noci intere piuttosto che già sgusciate, ma se preferite la seconda soluzione cercate quelle sotto vetro o in scatola poiché sono conservate meglio e non rischiano di presentare quel fastidioso sapore di rancido.
Le noci, nonostante non diano certo l’impressione di essere delicate, si deteriorano invece molto rapidamente a causa dell’umidità, della temperatura, dell’aria e della luce, vanno quindi conservate in contenitori a chiusura ermetica in luogo buio, asciutto e fresco. Le noci intere si conservano per circa 3 mesi, quelle sgusciate possono arrivare fino a 6 mesi se il contenitore viene riposto in frigorifero oppure fino a 1 anno se congelate.
Le noci fresche sono composte per il 19% da acqua che scende al 3,5% una volte secche e apportano 582 Kcal ogni 100 g di prodotto così ripartite: 89% Lipidi (grassi), 7% Proteine, 4% Carboidrati (zuccheri).
E’ importante sottolineare come i grassi siano polinsaturi (Omega 3) pertanto sono un vero toccasana per combattere il colesterolo cattivo. Inoltre le noci sono ricchissime di antiossidanti, Vitamine (A, B, C, E, P) e sali minerali quali Fosforo, Calcio, Rame, Magnesio e Potassio.
In foto: noci racchiuse nel mallo.
A settembre si possono trovare le noci fresche il cui gheriglio ha un sapore amarognolo a causa della sottile pellicina che lo ricopre. Per rimuoverla bisogna munirsi di pazienza ma poi i vostri sforzi saranno ampiamente ripagati e potrete gustare un gheriglio bianchissimo e croccante. Per facilitare le operazioni di spellatura si possono sbollentare in acqua i gherigli per 2-3 minuti. Attraverso il processo di essicazione la pellicina si ingentilisce diminuendo ampiamente la sensazione amara.
Secondo Umbero Veronesi, mangiare 3 noci al giorno riduce i fattori di rischio cardiovascolare e l’incidenza d’infarto, migliora i livelli di pressione arteriosa e di colesterolo del sangue. Anche la mia cara nonna lo diceva sempre, ecco perché a casa ho sempre delle noci a disposizione! 🙂