I fichi d’India appartengono alla famiglia delle Cactacee, hanno origine in Messico e successivamente furono importati dagli spagnoli in Europa.
Si chiamano così, nonostante la loro origine americana, perché quando il 12 Ottobre del 1492 Cristoforo Colombo approdò a San Salvador credette di aver scoperto nuove terre delle Indie. Fu Amerigo Vespucci nel 1501 ad accorgersi che in realtà non si trattava di terre asiatiche bensì di un nuovo continente a cui diede il proprio nome: America.
Il frutto presenta una scorza spessa che a seconda della varietà può presentarsi di colore giallo, arancio, rosso, rosa o verde. Essa è ricoperta da micro spine dotate di uncino, pertanto se si cerca di rimuoverle dalla pelle si spezzano molto facilmente. Fortunatamente in commercio si trovano fichi d’India già spazzolati e puliti, contrariamente bisogna munirsi di guanti e strofinaccio, o di una spazzola, per pulirli sotto acqua corrente. In ogni caso al momento dell’acquisto vanno preferiti esemplari privi di macchie e raggrinzamenti della scorza.
La polpa è profumata, succosa e zuccherina con una buona componente di acidità. All’interno si possono trovare numerosi semi croccanti commestibili. In caso di cottura del fico d’India il consiglio è quello di passarlo a setaccio per rimuovere i semi poiché il calore li indurisce notevolmente.
In foto: pianta di fico d’India.
Anche le pale della pianta sono commestibili, possono essere consumate infatti sia crude che cotte dopo essere state attentamente private delle spine e della buccia.
I fichi d’India non ancora maturi devono essere lasciati maturare a temperatura ambiente, dopodiché vanno riposti in frigorifero dove si manterranno solo per pochi giorni.
Si coltivano in tutto il mondo, in particolare nei paesi mediterranei. In Italia il 90% della produzione si concentra in Sicilia mentre il restante 10% è suddiviso tra Calabria, Puglia e Sardegna.
Sono ricchi di Vitamina C e sali minerali quali Potassio, Calcio e Fosforo ma non bisogna mangiarne in quantità esagerata perché i loro semi possono dare problemi di intestino, specialmente se non si consumano abitualmente.
I fichi d’India sono composti per l’84% da acqua e apportano 53 Kcal ogni 100 g di prodotto così ripartite: 49 Kcal da Carboidrati (zuccheri), 3 Kcal da Proteine, 1 Kcal da Lipidi (grassi).
Il mese migliore per acquistarli è Settembre ma non dimenticate che gli ultimi esemplari che si troveranno sul mercato, i cosiddetti bastardoni, saranno più grossi e saporiti.