Le ciliegie venivano coltivate già in epoca preistorica in numerosi paesi, anch’esse appartengono alla famiglia delle Rosacee come mele, pesche, albicocche e prugne.
L’ origine è incerta (qualcuno sostiene Asia) ma la loro diffusione fu ampia grazie alle grandi migrazioni degli uccelli che se ne cibano in grandi quantità. Non a caso in molti piatti della tradizione le ciliegie accompagnano proprio volatili e selvaggina.
Oggi esistono oltre 500 varietà che possono essere classificate in ciliegie dolci, acide e selvatiche. Nel primo gruppo rientrano il durone e la ciliegia di Vignola IGP, nel secondo invece l’amarena e la ciliegia di Montmorency. Quest’ultime vengono generalmente consumate cotte e utilizzate per la loro particolare carica aromatica. Infine vi sono le ciliegie selvatiche, piccole e poco carnose, caratterizzate da una forte sensazione di astringenza al palato.
Le ciliegie vanno colte solamente quando sono mature perché poi questo processo si arresta. Al momento dell’acquisto devono avere i peduncoli verdi ancora ricchi di acqua e la buccia tesa, possibilmente priva di ammaccature.
In foto: ciliegie pronte per essere raccolte.
Vanno conservate in frigorifero all’interno di un sacchetto bucato per evitarne la rapida disidratazione e l’assorbimento di odori provenienti da altri alimenti che le guasterebbero rapidamente. Possono essere congelate, intere o senza nocciolo, dopo essere state ricoperte con dello zucchero.
Le ciliegie contengono Vitamina A, B e C oltre che sali minerali quali Magnesio, Fosforo e in abbondanza Potassio. Hanno proprietà disintossicanti e depurative, stimolano la digestione e hanno un effetto benefico sull’apparato cardiocircolatorio riducendo il colesterolo cattivo. I peduncoli possono essere utilizzati per ottenere degli infusi diuretici.
Composte per l’86% da acqua, apportano 38 kcal ogni 100g di prodotto così ripartite: 34 Kcal da Carboidrati (zuccheri), 3 Kcal da Proteine, 1 Kcal da Lipidi (grassi).
Il periodo di riferimento per acquistare le ciliegie è a partire da Maggio.