Le castagne d’acqua sono ortaggi da bulbo appartenenti alla famiglia delle Ciperacee.
La loro origine è asiatica, si coltivano specialmente in Cina che rappresenta il principale produttore. Fin dall’antichità vengono utilizzate nella cucina cinese, giapponese, indiana e vietnamita ma possono essere reperite anche in Nordamerica.
Crescono spontaneamente nelle acque poco profonde di stagni, laghi, ruscelli oppure vengono coltivate in primavera nelle risaie e raccolte in autunno.
Esistono due grandi specie molto diverse tra loro: la trapa e la elocharis dulcis.
In foto: esemplari di trapa natans con 4 corna.
La trapa può essere bicornis, nel caso in cui presenti due corna ricurve, o natans, se ne possiede quattro. Quest’ultima viene chiamata anche noce dei Gesuiti poiché i suoi semi venivano utilizzati per fabbricare dei rosari. A Mantova è conosciuta anche con il nome di trigoi. Queste varietà possiedono delle sostanze tossiche che vengono neutralizzate solamente con la cottura, dunque vietato mangiarle crude.
In foto: esemplari di elocharis dulcis.
La elocharis dulcis invece può essere consumata sia cruda che cotta, essa assomiglia molto di più a una castagna comune poiché si presenta con una forma arrotondata sormontata da un piccolo ciuffo. Una volta cotta assume il sapore del mais.
Pelarle dopo la cottura aiuterà ad avere un minore scarto, bastano 5 minuti in acqua bollente oppure 8 minuti al vapore per essere pronte. La cottura annerisce la polpa pertanto se si vuole evitare tale fenomeno si possono cuocere in acqua acidulata (acqua + succo di limone).
Possono essere conservate in frigorifero per circa un paio di settimane se si lasciano immerse in acqua ancora con la loro buccia, mentre una volta pelate dureranno solo 2-3 giorni. Si può decidere anche di congelarle sia crude con la buccia per una conservazione di circa 6 mesi, che cotte in purea, in questo caso dureranno circa 1 anno.
Le castagne d’acqua sono un’eccellente fonte di Potassio e contengono anche Magnesio, Fosforo e Vitamina B. Gli antichi cinesi le utilizzavano soprattutto per le loro proprietà officinali, tra cui quelle toniche.
Costituite per il 74% da acqua, apportano circa 107 Kcal ogni 100 g di prodotto così ripartite: 93% Carboidrati (zuccheri), 6% Proteine, 1% Lipidi (grassi).