READING

L’aragosta non ha le chele, l’astice s...

L’aragosta non ha le chele, l’astice si.

L’aragosta molto spesso viene confusa con l’astice e viceversa. Basta fare una breve ricerca su Internet per scoprire come anche molte fonti autorevoli non abbiano ben chiara la differenza, si trovano infatti pubblicate foto di astici spacciate per aragoste. Ma allora quali sono le differenze tra questi due crostacei?

La prima è semplicissima e permette una volta per tutte di distinguerli: l’aragosta non ha le chele, l’astice si.

Entrambi sono dei macruri ma appartengono a due famiglie differenti: Palinuridi le aragoste e Nefropidi gli astici. Questo comporta anche caratteristiche molto differenti.

L’aragosta presenta due lunghe antenne e un carapace molto spinoso a difesa, ecco perché viene chiamata spiny lobster. Vive prevalentemente sui fondali rocciosi delle acque marine temperate e assume un colore differente in base all’habitat naturale: tendente al marrone quella dell’Atlantico e più verdastra quella del Pacifico. Può raggiungere il mezzo metro di lunghezza e gli 8kg tuttavia sono da preferite gli esemplari più piccoli in quanto più giovani e quindi più teneri. Le sue carni sono bianche e sode con un sapore molto delicato tendente al dolce che la classificano come il crostaceo più pregiato e apprezzato in cucina.

Aragoste
In foto: aragoste cotte.

L’astice (o lobster), invece, al posto del primo paio di zampe anteriori presenta due grosse chele di cui una più grossa che serve per difendersi dai predatori e rompere i gusci e una più piccola che serve per nutrirsi. Il carapace in questo caso è liscio ma sull’addome presenta dei rostri che consentono anche di definire il sesso dell’animale: più lunghi e larghi nei maschi, più sottili e avvolgenti nelle femmine in modo da poter trattenere e proteggere le uova. Anche le ciglia della coda sono un ottimo indizio, quelle dei maschi sono più spesse e dure di quelle delle femmine. L’astice europeo ha un colore tendente al blu e corpo più affusolato mentre l’astice americano (più comune) è marrone con sfumature gialle e corpo più tozzo. Le carni sono molto più saporite ed economiche rispetto a quelle dell’aragosta, ecco perché molti lo reputano migliore.

AsticiIn foto: astici cotti.

Quando si parla di astice blu bisogna fare una precisazione. Il vero astice blu è un esemplare rarissimo (se ne trova 1 ogni 2 milioni circa) la cui colorazione blu elettrica dipende da un difetto genetico. La possibilità che vi servano in un ristorante questo esemplare è pari a zero, basti pensare che quando due pescatori del Maine ne trovarono uno nelle loro trappole lo affidarono all’acquario statale. Dunque se al ristorante vi offrono un rarissimo astice blu, sappiate che si tratta semplicemente di un astice europeo che è sicuramente molto meno raro e prezioso di quanto vogliano farvi credere.

Astice blu

In ogni caso che siano aragoste o astici, dopo la cottura cambiano il loro colore naturale diventando arancioni grazie alla ricca presenza di molecole di astaxantina, un carotenoide con una potente funzione antiossidanteanti-infiammatoria e protettrice dai raggi UV.

 




RELATED POST

INSTAGRAM
@ilcuocoincamicia